Consigli per portare i bambini in bici tutto l’anno
TAGA BIKE, l’inverno non ci fa paura
Andare in bici tutto l’anno è una stile di vita. Non una moda, non una voglia di provare “tanto per” o un vezzo del momento. E state certi che non sarà l’inverno a mettere in panchina i ciclisti urbani. Perché è proprio di loro che stiamo parlando: uomini e donne che, anche nella stagione più fredda dell’anno, preferiscono il piacere della pedalata. E se non sapete di cosa sto parlando vi rinfresco le idee: vento in faccia, muscoli che si riscaldano portando al corpo un tepore rilassante, pensieri che lievitano leggeri e quella sensazione di benessere fisico che rimane per tutta la giornata.
Per questo motivo, da mamma ciclista-urbana, mi piace trasmettere al mio piccolo la stessa esperienza, magari andando all’asilo o al parco in bici, anche se in cielo c’è qualche nuvola o fuori pioviggina. Che sarà mai? Il freddo, poi, non è un problema, basta coprirsi adeguatamente e fare scorta di ossigeno e anticorpi.
Oggi, più che in passato, i bimbi hanno bisogno di stare all’aria aperta, soprattutto in inverno, quando la difese immunitarie tendono a indebolirsi. La bici può essere un buon mezzo, senza troppe paronie e ansie da “forse il bimbo si ammala”.
Ancora meglio se si sceglie una TAGA BIKE. Qui il bambino non solo sta seduto tutto ovattato nel suo passeggino anteriore, ma ha la possibilità di coprirsi con la cappotta sopra la testa e volendo c’è anche il parabrezza che lo protegge dall’aria fresca. Mentre quando piove, un comodissimo parapioggia, con il quale il bimbo è del tutto protetto.
Nemmeno una goccia d’acqua. Per la mamma/babbo si può portare sempre nel portaoggetti sotto al seggiolino un k-way e un’ombrella. Non ve lo immaginate, guardate qua!
Così l’inverno non fa davvero più paura. Asilo, scuola, parco, attività pomeridiane?
In TAGA BIKE è meglio e i motivi sono tanti. Basti pensare quante manovre è necessario fare per mettere il bimbo in macchina e accompagnarlo all’asilo: metti nel seggiolino, toglilo, guida, parcheggia. Con una dose di stress notevole. Su tre ruote tutto questo non succede perché i tempi sono più lenti e rilassati: il bimbo, messo comodamente nel suo passeggino, può guardare il panorama e prendersi lo spazio per parlare con la sua mamma. Si possono scegliere strade alternative, scorciatoie, ci si può fare fermare o decidere di scendere e così si conosce meglio anche la città in cui si vive.
Ma per molti è più facile a dirsi che a farsi. L’inverno, per il 90% della popolazione italiana, rappresenta una specie di letargo da cui uscire in primavera: gli spostamenti vengono effettuati solo in macchina e le passeggiate fuori, anche solo nelle ore più calde, sono un lusso per pochi. I bimbi sono costretti a stare, sia all’asilo che durante le attività pomeridiane, in luoghi chiusi.
Insomma, contatto con l’esterno, pari allo zero. Cerchiamo e proviamo a guardare l’alternativa.
Perché esiste e non è poi tanto male. Basta avere voglia di cambiare.
Marsi di mammaebici.it